PILLOLE #30 Giugno


AMORE DI DONNA

| di e con Jessica Granato

Maria è una bimba senza sogni, nata a Milano il 29 agosto del 1935. È questo l’inizio di tutto, l’inizio di Maria e del suo amore di donna. -“Maria vieni su, dai! – Ma te ve no che i piè camminen no?!”- Dal Buio della sala una voce registrata pronuncia queste parole, è l’eco di un ricordo della sua prima gioia, Piero il suo fratello più piccolo che l’amava tanto. Ma scoppia la guerra e la famiglia intera è costretta a lasciare Milano e rifugiarsi a Saltrio vivendo all’interno del teatro del paese, la sala della musica la chiamavano. La vita di campagna le permetterà di vivere giornate scandite da latte di capra, caramelle di zucchero, qualche amichetta di scuola e una mamma che non le farà mancare mai nulla. Passa la guerra, e Maria non l’ha vissuta nella tragedia e nella sofferenza anzi, ma adesso è il momento di tornare a Milano e qui riprendere la vita di prima non è troppo facile. Si è fatta grande e ora non fa altro che aiutare la mamma in casa: Maria cuce e pulisce, esce di casa solo con la mamma per fare la spesa o con i fratelli più grandi. Le è proibito avere qualsiasi tipo di relazione con l’altro sesso. È chiusa in casa e come un uccello in gabbia canta, canta tutto il giorno. Fortunatamente ha un amico che le fa compagnia di nome Ciccio, è un cocorito giallo che l’aiuta a passare le giornate. Maria è bella, acqua e sapone, senza mai un filo di trucco. È timida e taciturna, senza pretese nei confronti della vita, in questo momento della sua vita fa quello che le viene detto di fare. Vive nel suo mondo incantato dove solo l’amore è protagonista, lo stesso amore che condannerà il suo dolore: Nunzio. L’unico uomo che lei abbia mai avuto senza sapere il perché. Maria partirà per un altro viaggio, l’ultimo della sua vita, quello per la Calabria, in cui è costretta a sposarsi e il suo sogno dell’amore corrisposto svanisce dopo poco tempo. Avrà cinque gravidanze senza sapere nemmeno come si fa, “Maria si sente vergine anche quando allatta”, e da qui in poi la sua vita si colora di una richiesta d’amore continua che da mamma e da nonna ha ricevuto ma di donna no.


TEMPO MACCHINA

| di Giuliano Tomassacci | con Anna German, Claudio Losavio, Paolo Parnasi, Fabio Gagliardi, Jessica Piccolo Valerani, Ilaria Serantoni| regia Giuliano Tomassacci| scenografia Cristiana Fasano | costumi Susanna Buffa| make up Giulia Stronati| musiche Stefano G. Falcone

Tarnee, una donna sulla cinquantina, effettua un viaggio transcontinentale su insistita richiesta di un giovane e sconosciuto analista, il Dottor Midle. Sebbene ancora diffidente e incapace di comprendere completamente la situazione e i suoi pregressi, dopo una prova inconfutabile prodotta dal dottore Tarnee accetta di sottoporsi ad una serie di sedute di ipnosi per rievocare alcune delle sue vite, passate e future. Un itinerario ancestrale e trasversale sulle ali della sua anima al fine di raggiungere un traguardo che coincide con una partenza: l’anima di un uomo che lei ha amato in una vita passata ha ingaggiato il Dottor Midle per chiedergli di aiutarlo a comprendere cosa non funzionò nella loro relazione sentimentale e a svelare quale ostacolo tutt’ora, vita dopo vita, secolo dopo secolo, impedisce ai due spiriti di liberarsi dalle loro esistenze carnali e di fondersi.


ERA MEGLIO SE FACEVO L’ATTORE

| Virgolatreperiodico | di e con Andrea Onori

L’intenzione è quella di affidarsi alla struttura – allo scheletro – della troppo, troppo solida opera come punto di appoggio per puntare gli occhi altrove. Spostare lo sguardo dalla nebbia che abbiamo davanti e intorno e farlo sedere sul palcoscenico. Sopra vi sono Andrea, attore, e Amleto, aspirante tale. I due si studiano, ma non si riconoscono.  Sanno di avere un problema, forse anche più di uno. Non sanno da dove iniziare e erciò non lo fanno. Aspettano. Il fatto è che la Danimarca oggi non è il luogo ideale per fare progetti. Non tanto per la guerra, ma perché nessuno sembra prendere le cose sul serio. I servi e i padroni non combattono più, anzi vanno a banchetto insieme e si scambiano risate in televisione. Ai meritevoli è detto di farsi da parte, mentre gli assassini e i bugiardi siedono sullo scanno più alto. E chi a fatica riesce a conquistarsi il suo guscio d’uovo lo fa a scapito e danno dell’altro, e passa il tempo a volersi difendere, guardando chiunque si avvicini con sospetto e terrore. Solo a Teatro le cose sembrano andare bene. Per questo tutti vogliono fare gli attori.


NAVICELLA

| di Pier Lorenzo Pisano | con Gianvincenzo Pugliese

Un alieno si affaccia su un pianeta sconosciuto: il nostro.
Cosa vedono occhi nuovi?
E quanto a lungo possono restare immacolati, immersi fino alla gola nel nostro mondo?

MARYSOL Y CIELO

| di Piera Saladino|con Piera Saladino, Emanuela Bitondo, Dario Di Pietro

Marysol y Cielo,è la storia di una donna vivace e malinconica al tempo stesso, che decide di trasferirsi in Spagna grazie all’incontro con un uomo di Madrid. Marysol Y Cielo de NavalLicanteVoltudo, (pluricognome acquisito), è peròancheAssunta Maria Concetta Capuano o Assunta ‘a ballerina: unaragazza napoletana che accantona, dopo una lunga battaglia interiore, i sogni e gli ideali. E’ uno spettacolo che da voce a un personaggio legato alla sua terra, che ne conserva i tratti, le caratteristiche e che prova ad assumere forme diverse, ma la sua sostanza non cambia. I risvolti sociali e psicologici che accompagnano i cambiamenti nella vita della protagonista sono il nodo centrale del testo.


L’UNICA COSA POSSIBILE

| di Iris Basilicata, Eleonora Gusmano | con Iris Basilicata, Eleonora Gusmano | regia Francesco Prudente, Giulia Aleandri

Nella famosa favola di Esopo della cicala e della formica ci viene insegnato che chi nulla fa nulla ottiene e chi compie determinate azioni viene poi ripagato nel giusto modo. Ma quale? Cosa avviene quando l’unica cosa possibile da fare in una situazione di pericolo è un omicidio? Questa la domanda attorno alla quale si intrecciano le vicende dei tre protagonisti di L’unica cosa possibile. Anna e Barbara vivono la loro morbosa relazione tra arte, cibo, pittura, dipendenze, scrittura, l’amore incondizionato per Julian e citazioni artistiche di Giacomo Puccini. Il perfetto quadro di una vita bohémienne che si tingerà sempre più di rosso vede coinvolte due attrici e tre personaggi, cinque entità in tutto in cui lo spettatore può riconoscersi o meno. Pezzi di vita quotidiana, elementi preziosi per la ricostruzione della vicenda sanguinosa, vengono ricostruiti in scene alternate da bui in cui il prima e il dopo vengono fusi in un tempo indefinito. Lo spettacolo si sviluppa in un flusso di coscienza confuso e disperato che ci confessa lucide e complicate verità. Gli incontri, le vicende, attimi di vita quotidiana di Anna, Barbara e Julian si susseguono in uno schema a flusso. I ruoli sono volutamente lasciati indefiniti, i protagonisti perdono la loro identità perdendosi continuamente l’uno nella personalità dell’altro: sono uno, sono tre, sono cinque, per poi tornare a non essere nessuno.

INGRESSO 5€
INFO 349 4356219 – 329 8027943
www.teatrostudiouno.com
info@teatrostudiouno@gmail.com

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