Debutta a Fortezza Est dal 24 al 26 febbraio 2022 “Il numero ventidue” di Alessia Giovanna Matrisciano con protagonisti Chiara Cappelli e Caterpillar diretti da Daniele Casolino che porta in scena, in un linguaggio sospeso trail teatro e la poesia, la vera storia di pazzia e di santità di Caterina da Siena, una donna capace di sacrificare il proprio corpo rivendicando il suo diritto di pensare e essere libera.
Caterina è una ragazza ribelle alle convenienze, alla mediocrità e alla sottomissione che famiglia e la società le impongono, e trova nell’autodistruzione la via della salvezza, quel necessario dire “io sono” che la società negava alle donne del suo tempo. La vicenda si svolge in modo non lineare,tra le luci e le ombre del carattere di Caterina e lo spettro inquietante della morte. Vuole tuttavia essere una storia d’amore e di coraggio. Caterina, rimanendo chiusa nella sua stanza, è riuscita a vivere profondamente, appassionatamente, e ad imporsi al mondo; a prezzo della distruzione del suo corpo, ha rivendicato fino all’ultimo giorno la sua libertà di esistere e di pensare.
La messa in scena indaga su come laparola e il senso, il logos, modifichino il corpo, il gesto, l’intenzione, agendola su una scenografia scarna alla ricerca dello spazio della rappresentazione più che dello spazio da rappresentare. Gli attori vengono così direttamente relazionati con la parola emessa prima ancora che la storia scritta, parola agita, messa in atto più di quanto rappresentata.
“Non è questo il paradiso? Certo che non è questo. Un teatro semivuoto in cui la mia anima parla da settecento anni in concerto con se stessa. È questo il paradiso? Cosa importa. Il cielo oggi è disabitato.”
Il testo de “Il numero ventidue” ha vinto o è stato segnalato in alcuni premi di drammaturgia nazionali: Primo classificato al premio naz. di drammaturgia “Candoni anno zero” promosso dall’ass. Luigi Candoni di Udine in collaborazione con il CSS e la regione Friuli Venezia Giulia; Primo classificato al premio naz. di drammaturgia “Artigogolo 2021” organizzato dall’ass. Chipiùneart di Roma; Finalista del premio “Drammi di forza maggiore” della compagnia Dovecomequando di Roma.
FORTEZZA EST Via Francesco Laparelli 62 – Roma 24 – 25 – 26 Febbraio 2022 – h 20.30 Biglietti: 12€ www.fortezzaest.com info e prenotazioni: fortezzaest@gmail.com 329.8027943
NB: super green pass obbligatorio come da normativa vigente anti covid-19
Ciò che mi turba ti tocca appena…ciò che per te è innocenza per me può essere colpa, ciò che per te non ha conseguenze può annientarmi” (da Lettera al padre di F. Kafka)
Torna in scena, a 18 anni dal suo debutto, lo spettacolo teatrale che ha incantato la scena romana: “Lettera al padre” di Franz Kafka adattato, diretto e interpretato da Gabriele Linari, a Fortezza Est dal 10 al 12 febbraio 2022. Uno scritto personale dell’autore praghese, una confessione accorata al genitore autoritario e arrogante, mai pervasa da rancore.
Un vero e proprio conflitto nei confronti di una figura che incarna l’autorità assoluta, rappresentante di un mondo utilitaristico e pratico, ben lontano dalle aspirazioni dello scrittore. Un testo centrale per comprendere la poetica di Kafka, una vera e propria chiave per aprire le porte di un mondo cupo eppure meraviglioso. Sul palco l’attore e regista Gabriele Linari, pochi gli elementi scenici ad accompagnare il monologo, in un susseguirsi di emozioni legate da un filo di instancabile ironia. A scandire il percorso nei meandri della mente di Kafka, le musiche originali di Jontom con cadute dissonanti e toccanti picchi melodici.
Non è una storia di violenze fisiche o di soprusi… è l’incubo infinito di un animo dalla sensibilità spiccata, legato a un insano (e, anch’esso, incomprensibile) “senso di colpa”.
Tra questi umori si muove l’esile figura di Franz, messo a nudo di fronte alle proprie paure, in una confessione quasi senza respiro. A scandire questo percorso nei meandri della mente di Kafka (inframmezzato da brani de La Metamorfosi e altri racconti), le musiche originali di Jontom, con cadute dissonanti ed emozionanti picchi melodici.
Lettera al padre di Gabriele Linari, è un tributo sincero, affettuoso, rispettoso nella sua ricerca espressiva, mai semplice, mai troppo complicato…diretto eppure disperato…come l’autore a cui è dedicato.
Kafka scrisse la Lettera al padre nel 1919 anno in cui le sue pubblicazioni iniziavano a fare il giro d’Europa. Franz affidò lo scritto a sua madre perchè lo consegnasse al destinatario. Hermann Kafka non ricevette mai la lettera di suo figlio.
Molti degli umori presenti nella lettera, si ritrovano ne La Metamorfosi, racconto nel quale la figura di Gregor, trasformato in un insetto, è avvolta da una pietà straordinariamente appassionata. Ed è proprio il padre di Gregor ad uccidere, fatalmente, il figlio trasfigurato. Ma l’autore si esime dal giudicare questo gesto, lasciandolo all’incomprensibilità di un caso estremo, alla fatalità…in coda al racconto, Kafka perdona tutti…e a tutti i parenti del defunto Gregor dona parole di straordinaria serenità, chiamandosi fuori da qualsiasi possibilità di giudizio familiare.
Lo spettacolo ha debuttato nel 2004 ed è andato in scena presso: Todi Festival | Teatro Vittoria | Cometa Off | Teatro Due Roma
Casa Delle Culture | Teatro Arvalia | Circolo degli Artisti | Teatro Studio Uno
FORTEZZA EST Via Francesco Laparelli 62 – Roma 10 – 11 – 12 Febbraio 2022 – h 20.30 Biglietti: 12€ http://www.fortezzaest.com info e prenotazioni: fortezzaest@gmail.com 329.8027943
NB: super green pass obbligatorio come da normativa vigente anti covid-19
Hatha Yoga Flow Teatro Studio Uno Martedì 19.30/20.45
Sessioni di Hatha Yoga con un focus specifico che cambia di volta in volta, si lavorerà con particolare attenzione all’allineamento del corpo, al respiro e alla compresenza del corpo energetico con quello fisico, con l’intento di sollecitare e risvegliare spazi e forme inedite del corpo e della mente. Si alternano fasi dinamiche a momenti più lenti e introspettivi. Le lezioni sono aperte a tutti e tutte, pensate per essere accessibili e modulabili a qualsiasi livello di esperienza.
Costo: pacchetto da 4 lezioni (da usare entro 2 mesi) 35 euro lezione singola 10 euro
ELISA TURCO LIVERI
Performer, coreografa, insegnante certificata di Hatha Yoga (RYT 250 Plus). Elisa proviene da una formazione nell’ambito del teatro e della danza contemporanea. È attrice di prosa, laureata presso il Dams di Bologna e diplomata presso Ert (Emilia Romagna Teatro), ha lavorato nell’ambito del teatro di ricerca e della danza contemporanea come interprete e autrice.
Nel 2011 ha fondato il collettivo Dehors/Audela con il quale produce performance multi- disciplinari. Negli anni ha intrapreso molteplici studi sulle tecniche di movimento: danza trasformativo dello yoga, avvertito immediatamente, approfondisce altri stili, partecipa inoltre ai laboratori della danzatrice e ricercatrice yoga Francesca Proia. Nel 2020 consegue il diploma d’insegnante di Hatha Yoga (RYT 250plus) presso il centro Santosha (Rm) riconosciuto da Yoga Alliance. Concepisce lo yoga come strumento di ricerca ed evoluzione personale, inserendolo nel proprio training quotidiano e in quello dei danzatori che collaborano ai suoi progetti performativi. La sua pratica pone l’attenzione sul respiro e sull’allineamento, usati come strumenti per accedere a spazi inediti del corpo e della mente.
Il laboratorio teatrale condotto da 5 anni da Alessandro Di Somma e Eleonora Turco, si sviluppa in un percorso ludico formativo che parte dagli esercizi base di teatro e di espressione corporea per permettere al bambino di avere più coscienza del proprio corpo e dello spazio che occupa. Attraverso esercizi di movimento, espressione vocale e emotiva, potrà conoscere e riconoscere le mille sfaccettature della propria espressività, sia nel parlare che nel muoversi, potrà conoscere altre dinamiche dello stare insieme e fare gruppo, condividendo la bellezza del rapporto in scena e negli esercizi di interazione.
Lo scopo del laboratorio è di far crescere nei ragazzi la passione nell’esprimere la propria personalità e la propria fantasia, mettendole a disposizione delle scene recitate e nella drammatizzazione delle storie raccontate e lette, in un percorso di conoscenza della cultura popolare italiana e estera.
E’ previsto uno spettacolo teatrale di fine corso.
Il laboratorio teatrale condotto da Alessandro Di Somma e Eleonora Turco, e che si avvalerà del contributo di formatori e docenti specializzati in diverse tecniche teatrali, intende far avvicinare e conoscere ai ragazzi delle scuole medie l’esperienza del palco teatrale in tutte le sue forme. Partendo dalla conoscenza dello spazio che si occupa e dei compagni di cui ci si circonda, i ragazzi impareranno a esprimersi attraverso gli esercizi di recitazione, espressione corporea, improvvisazione volti a creare nei ragazzi la consapevolezza dei loro movimenti e l’efficacia della parola. Soprattutto in un’età di grandi cambiamenti, il laboratorio teatrale tende a consolidare i rapporti di amicizia, a responsabilizzare i ragazzi, a renderli in grado di gestire il loro rapporto con gli altri e l’ambiente che li circonda.
OPEN DAY (prova gratuita)
Mercoledì 29 Settembre ore 17
Il laboratorio si terrà ogni mercoledì dalle 17-18:30
Anno Zero è una scuola di avviamento al Teatro per aspiranti attori professionisti, propedeutica all’ingresso nelle Accademie riconosciute o per crearsi un proprio percorso autonomo nell’arte della recitazione.
Anno zero si pone come organismo di promozione, divulgazione e formazione del teatro diprosa; e inoltre dello spettacolo teatrale come strumento didattico diconservazione del patrimonio storico-linguistico per avviare un processo diconoscenza e riflessione, nei giovani, sul teatro nella sua totalità.
Una scuola programmata didatticamente su parametri interdisciplinari che offre agli allievi la possibilità di saper “leggere” quelle “parti” che compongono lo spettacolo e fornire loro gli strumenti per poter elaborare e scoprire se ciò che li spinge ad avvicinarsi al mondo dello spettacolo sia veramente il desiderio di diventare attori.
Pertanto, se l’obiettivo sono le “parti” che compongono lo spettacolo nella sua processualità, occorre prima “leggere” la struttura progettuale complessiva del prodotto teatrale per essere, successivamente, in grado di scegliere.
Fornire, quindi, a chi si avvicina per la prima volta al palcoscenico, strumenti tali da poter elaborare corretti progetti di lavoro e la consapevolezza di cosa sia la vita di un teatrante.
IL CORSO HA LA DURATA COMPLESSIVA DI TRE ANNI
…suddivisi in due fasi:
1° fase : l’anno “zero”. E’ un anno di prova in cui l’allievo scopre i propri limiti e le proprie possibilità.
2° fase : biennio di formazione professionale per intraprendere una delle
professioni offerte dalle diverse componenti dello spettacolo.
REGOLAMENTO
Per l’iscrizione alla Scuola d’Arte é necessario presentare la licenza media. L’età di ammissione é compresa tra i 16 ed i 20 anni. All’atto dell’iscrizione viene somministrato un questionario informativo per essere ammessi all’anno di prova, alla fine del quale verranno selezionati coloro
che potranno accedere alla scuola d’arte. La scuola non prevede un provino d’ammissione. Non si possono stabilire le capacità attitudinali di una persona: “il talento”, in pochi minuti. Soltanto dopo il superamento di almeno due delle quattro prove, che si terranno nel corso del primo anno accademico, l’allievo potrà frequentare il biennio successivo.
L’anno “Zero” avrà inizio a ottobre 2021 e si concluderà a giugno 2022; le lezioni si terranno due volte a settimana dalle ore 18 alle ore 20 in aula laboratorio e sarà suddiviso in tre trimestri.
Al termine di ogni trimestre gli allievi sosterranno una prova sugli argomenti trattati: dizione, fonetica, canto, recitazione, recitazione composita, danza (finalizzata al teatro), drammaturgia e portamento (saper camminare, senza barcollare, su un palcoscenico, su un set televisivo e
cinematografico).
Nota: ogni unità didattica prevede una “fase pratica” che interagisca nell’iter didattico.
SOLO CON IL SUPERAMENTO DI DUE PROVE SU TRE L’ALLIEVO SARÀ AMMESSO AL BIENNIO
DELLA SCUOLA D’ARTE
Guglielmo Guidi: attore, drammaturgo e regista, impegnato nel teatro di ricerca dal 1968, ha lavorato con artisti
quali: Glauco Onorato, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno, Turi Ferro, Remo Girone, Luca Barbareschi, Tullio Solenghi; nel panorama internazionale, con artisti del calibro di: Robert Wilson, Philip Glass, Peter Greenaway, Vanessa Redgrave; ha collaborato con l’università “La Sapienza” su un progetto di ricerca teatrale, che gli vale la pubblicazione di un saggio sul Teatro: “Insegnare tra le Quinte” edito dalla “Nuova Italia” – Firenze 1988.
Federica Fruscella: cantante, compositrice e docente di tecnica vocale dal 2014.
– Diplomata al Saint Louis College of Music nel 2013, inizia un percorso di ricerca:
composizioni originali – sonorità celtiche – poesie e brani tradizionali in vari dialetti e in varie lingue.
– In teatro lavora con Giancarlo Sepe, Salvatore Cardone, Guglielmo Guidi.
Dal 2012 Porta avanti una sperimentazione su: pratica vocale di ascolto del corpo, con elementi di yoga e di tecnica teatrale.
OPEN DAY (prova gratuita)
Lunedì 27 Settembre ore 18 e Giovedì 30 Settembre ore 18
Il laboratorio si terrà ogni lunedì e giovedì dalle 18-20
Al 13° anno di attività, il laboratorio di teatro artigianale “Universi Paralleli” condotto da Carlotta Piraino e Alessandro Di Somma è un percorso, attraverso l’arte teatrale, di valorizzazione della propria espressività, di presa di coscienza dei propri limiti e delle proprie qualità, di interazione con l’altro, inteso come compagno di scena, complice, amico. Partendo dal vissuto personale, il laboratorio intende valorizzare l’arte del racconto, del trasformare in scena parti della realtà, cercando di sfruttare al massimo, la più grande qualità del teatro, cioè di mostrare la realtà attraverso uno sguardo privilegiato e unico. Le lezioni di 2h e mezza partono da un lavoro di riscaldamento e attivazione fisica e mentale, per poi spaziare in esercizi di teatro fisico e recitato, dall’improvvisazione alla prosa, per condurre i partecipanti ad un livello di partecipazione uniforme. Scopo del laboratorio non è di formare attori, ma di realizzare come gruppo di lavoro, un contenitore di esperienze, storie, risate, per restituire in scena, attraverso il filtro del testo, le stesse storie, esperienze, risate di opere della drammaturgia classica e contemporanea. Il percorso di Universi Paralleli questa stagione, si avvalerà di esperti e professionisti del mondo teatrale, attori e registi, che completeranno il percorso formativo del corso.
OPEN DAY (prova gratuita)
Lunedì 27 Settembre ore 20
Il laboratorio si terrà ogni lunedì dalle 20 alle 22:30
Ciao! Sono Barbara Folchitto sono un’attrice e una formatrice, e senza che vi affanniate a leggere tutto il cv allegato in fondo sappiate che sono quella “belliffima” della pubblicità del videotelefono della fu Telecom!
E ovviamente tanto altro…
Io insegno a recitare ma ancor prima insegno ad appassionarsi a quello che si vuol rappresentare. Il teatro è per me un mondo in cui contribuire liberamente a mettere ciò che ci emoziona. E’ un lavoro fatto sempre in gruppo in cui tutte le partecipanti ed i partecipanti si sentono coinvolti ad arricchire il lavoro collettivo.
Insegnando ho imparato che il percorso verso la recitazione, nuovo, per chi inizia o da approfondire, per chi ha già sperimentato questa passione, è sempre in relazione con quello che ci accade intorno.
Con me non si impara o approfondisce la recitazione in solitaria: la relazione tra chi è in scena è sempre in primo piano.
Per questo amerei lavorare con persone appassionate di teatro, che abbiamo voglia di recitare, di mettersi in gioco, di farsi guidare, di mettersi in ascolto e a disposizione di un gruppo e di un testo.
Sarei felice di avere persone di età diverse, perché diverse sono le età dei personaggi che vivono nelle storie da raccontare ma che soprattutto abbiano voglia di fare ricerca dentro le storie.
Di imparare davvero a saper rappresentare sulla scena le vite dei personaggi.
Dal testo si parte. Per me il testo è l’oggetto magico da cui tutto ha inizio.
Capiremo insieme le parole, le dinamiche, i personaggi, i motivi che spingono loro a dire o a non dire. Ci interrogheremo sempre sul motivo del perché l’autore ha scelto proprio quelle parole, dette in quel momento e da quel personaggio.
Partire dal testo vuol dire già iniziare ad innamorarsi, già immaginare le storie, già entrarci dentro e decidere come rappresentarle.
I miei testi di riferimento sono quelli dell’autore Anton Cechov, ne sono un’appassionata! Ho avuto la fortuna di studiare con insegnanti russi e dell’est europa la cui cultura mi ha sintonizzata al meglio su questo autore.
Cechov è un autore molto concreto ma anche molto divertente. Amava far emergere le fragilità umane trattandole con delicatezza o anche con ironia.
Una volta conosciuto Cechov ci si appassiona perdutamente!
Io sono Barbara Folchitto, nata a Napoli, svezzata in Arizona, vissuta a Roma ed educata sui temi del teatro in giro per l’Europa!
Lavoro in teatro, al cinema, in televisione e alla radio.
Il mio ultimo lavoro è la fiction per Canale 5, Buongiorno mamma.
La capoeira è un arte marziale di origine afrobrasiliana che unisce lotta, acrobazia, danza e musica: per essere praticata è necessaria preparazione fisica, coordinazione e riflessi, ma anche creatività, senso della musica e espressività corporea. É quindi una disciplina che connette il corpo con la mente, che aiuta a conoscere, attraverso chiavi espressive non convenzionali, noi stessi e la realtà che ci circonda.
OPEN DAY (prova gratuita)
Martedì 28 Settembre e Giovedì 30 Settembre ore 17
Il laboratorio si terrà ogni Martedì e Giovedì dalle 17-18
Un percorso dedicato al TeatroDanza, dove il corpo diventa narrazione con i suoi movimenti, gestualità e presenza scenica. Il Laboratorio affronta uno studio sul movimento e una ricerca sulla consapevolezza del proprio corpo nelle sue possibilità di disegno nello spazio, creazione di immagini e forme attraverso l’utilizzo di oggetti vari, mediante l’improvvisazione, l’intuizione con il proprio io e l’interazione con l’altro. Un movimento inteso in senso ampio, come gesto, racconto, azione, comunicazione e trasmissione, nel dare una valenza poetica alla comunicazione non verbale del linguaggio del corpo.
Modifichiamo l’ambiente in base al vissuto, alle emozioni, alle abitudini, attraverso un’interazione costante, dinamica e in movimento, e costruiamo il nostro “abitare”. Abitiamo la casa, lo spazio, il lavoro, abitiamo il nostro corpo e le relazioni con gli altri.
Il Laboratorio affronterà il tema dell’abitare, attraverso la costruzione e decostruzione di un proprio spazio, della propria casa. Cornice e contenitore, dove l’architettura esterna definisce e permette l’espressione di un’architettura intima e personale. Luogo di definizione della propria identità, punto di partenza da cui uscire, traslocare, relazionarsi, comunicare, tornare.
Struttura del Laboratorio:
Studio esperienziale di improvvisazioni guidate sul tema dell’abitare.
Ogni incontro prevede un lavoro corporeo di riscaldamento base di danza contemporanea e floorwork; ricerca del movimento attraverso l’utilizzo di oggetti e materiali scenografici vari; elaborazione e composizione performativa individuale e corale.
Lisa Rosamilia è danzatrice e coreografa di esperienza nazionale e internazionale, insegnante di danza, scenografa, pittrice, costumista. Direttrice dal 2005 della Matroos DanceTheatre Company, con cui realizza spettacoli rappresentati in festival e teatri tra cui il The Body Language di Venezia; il Fringe Festival di Istanbul, con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura ad Istanbul; il Festival Internazionale di Danza Contemporanea di Città del Messico; il Coffi Festival di Berlino; ricevendo riconoscimenti tra cui la Nomination alla Regia e il Premio Special Off al Roma Fringe Festival 2015. E’ invitata a partecipare come ospite speciale a varie rassegne di danza e teatro (Doit Festival, Roma Contemporanea). Dal 2001 Insegna danza e teatrodanza per bambini e adulti in varie scuole di Roma e provincia.
OPEN DAY (prova gratuita)
Mercoledì 29 Settembre ore 19
Il laboratorio si terrà ogni Mercoledì dalle 19-21
con Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo
foto Luisa Fabriziani
13 – 16 febbraio 2020
Teatro Studio Unovia Carlo della Rocca, 6 Roma
Torna in scena a grande richiesta al Teatro Studio Uno dal 13 al 16 febbraio 2020 “Il barbiere di Siviglia” spettacolo ispirato alla lirica di Gioacchino Rossini e Cesare Sterbini, seconda parte del progettodedicato all’opera (checomprende anche “Così fan tutte” e “Rigoletto”) ideato e messo in scena da “I Tre Barba”: Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo.
I Tre Barba, attraverso la prosa, ripropongono i libretti dei più celebri capolavori operistici del ‘700 e ‘800 offrendounosguardo irriverente, satirico e fantasioso, giocando in modo intelligente con la musica e i libretti dell’opera lirica,per rendere popolare e vicina a tutti una forma d’arte unica apparentemente lontana ed elitaria.
Il Barbiere di Siviglia è ispirato alla figura di Figaro, il protagonista della trilogia di Beaumarchais ed ha un impianto di commedia dell’arte, lasciando poco spazio alla psicologia dei personaggi e alle modernissime riflessioni sull’amore che caratterizzano l’opera di Mozart; i temi trattati, infatti, sono i soliti noti: l’amore ostacolato, il travestimento e l’equivoco. Nel Barbiere di Siviglia la modernità è rappresentata dalla musica: I tre barba, ancora una volta si cimentano nel riarrangiamento delle aria, tra le quali le celeberrime largo al factotumola calunnia,interpretandole completamente a cappella e senza l’ausilio di strumenti musicali.
Nell’allestimento de “Il Barbiere di Siviglia” I tre barba concedono più risalto al cantato cercando di valorizzare al meglio una delle opere liriche italiane più famose e maggiormente rappresentate nel mondo. I tre attori interpretano tutti i ruoli del testo dando vita ad un carosello frenetico e fortemente comico, servendosi unicamente di pochi oggetti simbolici e qualche costume di scena. Se nel Così fan tutte, I tre barba si erano serviti di forti contaminazioni pop e trap, questa volta l’atmosfera sarà impermeata di una nostalgia anni cinquanta, strizzando l’occhio allo swing e alla musica leggera italiana.
“Il Barbiere di Siviglia” 13-16 febbraio 2020
Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).
con Giovan Bartolo Botta • Alex Cantarelli • Antonio Sinisi
Un seminario intensivo al Teatro Studio Uno, di approfondimento, perferzionamento e studio teatrale sul tema del quanto, che in fisica è la quantità elementare discreta e indivisibile di una certa grandezza. Per estensione il termine è a volte utilizzato come sinonimo di particella elementare associata a un campo di forze. Attraverso tre moduli si giungerà ad una performance finale aperta al pubblico per misurarsi con lavoro svolto.
⇨ QUANDO?
a febbraio 2020
✫ 1 • 2 ≛ h 11:00 – 13:00 // h 14:00 – 16:00 — VUOTO con Antonio Sinisi
✫ 8 • 9 ≛ h 11:00 – 13:00 // h 14:00 – 16:00 — SCOMPARSA con Giovan Bartolo Botta
✫ 15 • 16 ≛ h 11:00 – 13:00 // h 14:00 – 16:00 — ASSENZA con Alex Cantarelli
✫ 22 ≛ h 15:00 – 19:00 // PERFORMANCE h 21:00
⇨ INFORMAZIONI UTILI
Il prezzo per il seminario è di € 150,00
€ 120,00 per chi partecipa a 2 moduli+performance
€ 70,00 per chi partecipa ad 1 modulo+performance
Destinato ad attrici e attori professionisti e chi abbia avuto almeno un’esperienza di laboratorio di teatro.
L’iscrizione — da completare entro il 31 gennaio 2020 — si considera effettuata dopo la compilazione del modulo in fondo alla pagina bit.ly/quantumlab e dopo il pagamento dell’intera quota presso la libreria La Rocca Fortezza Culturale in via Carlo della Rocca, 6B negli orari 10:00-13:00 e 16:00-20:00
Dopo l’iscrizione saranno forniti i materiali per il lavoro.
⇨ CONTATTI
✎ vialiberaalteatro@gmail.com ☎ +39 392 2899182
⇨⇨⇨ PROGRAMMA
Ogni modulo sottodescritto è complementare con gli altri.
Il Dialogo e il suo Vuoto. Percorso volto a scoprire il vuoto, il silenzio, la pausa, l’aria tra due corpi. In un dialogo stretto, ritmato e rapido, il vuoto (ovvero quel momento legato al nulla e al niente) può essere una sorta di arricchimento alla situazione che si crea tra due o più persone. I partecipanti sono chiamati a comporre una partitura fisica e vocale in cui voce e corpo sono indivisibili.
Modulo finalizzato anche alla ricerca di nuove attrici e nuovi attori per messeinscena nella stagione 2020-2021.
Si lavorerà su testi di Agota Kristof, Harold Pinter e Antonio Sinisi.
Disfarsi del personaggio. Lasciarselo alle spalle, come un brutto sogno, un amore infelice, un tradimento dell’anima, una zaccagnata allo stadio, un amicizia troncata o un oggetto superfluo. Cucirsi le parole del testo scritto sul proprio corpo/voce. Vivere fisiologicamente la scena. Totalmente presenti senza seguire un tappeto emotivo pre/concetto. Perché infondo infondo a Teatro, il personaggio potrebbe anche essere come l’inconscio, gli alieni, le scie chimiche, i fantasmi o la dieta dei guppi sanguigni : una bufala. Monologhi, soliloqui, poesie e articoli di giornale. Tutto è utile per allenare la reattività del presente! Un po come nell’osteopatia craniosacrale!
☆ #ASSENZA • modulo III
15 e 16 febbraio 2020 h 11:00 – 13:00 // h 14:00 – 16:00
con Alex Cantarelli www.alexcantarelli.com
Le figure dell’assenza. Carnalità e riproducibilità, teatro e morte. Un lavoro di integrazione tra video e teatro.”
Nell’immagine (video, fotografica, sonora) il soggetto è presente ed assente allo stesso tempo. L’immagine ci salvaguarda dalla fine, perché è immateriale. Il teatro si comporta allora come un reliquiario di vite che sono passate e concluse, che sopravvivono grazie all’immagine. Il lavoro sull’assenza è un lavoro con la complicità delle immagini, come a rammentare all’attore che lui è lì solo in rappresentanza di qualcosa d’altro, esattamente come fosse un’immagine. I partecipanti saranno chiamati a descrivere, con la loro azione teatrale, ed attraverso l’uso di immagini create dai partecipanti, con una videocamera a disposizione, il loro vissuto di assenza; assenza di qualcuno che si vorrebbe ancora presente, compresi se stessi. Il risultato sarà di nuovo ineluttabilmente una proposta di assenza.
☆ #QUANTUM • modulo IV
22 febbraio 2020 h 15:00 – 19:00
PERFORMANCE h 21:00
In quest’ultima fase il lavoro svolto nei tre moduli diventerà una messinscena in tre atti unici ma indivisibili.
L’importanza che la disciplina teatrale riveste è ben nota e risiede nel fatto di essere una disciplina completa: attraverso il gioco, lingua primaria del bambino, vengono sollecitati ed attivati contemporaneamente tutti i canali di comunicazione di cui egli dispone, e cioè il linguaggio, la gestualità e la componente emotiva: ciò la rende una disciplina perfettamente adeguata a qualsiasi individuo fin dalla più tenera età.
La finalità del laboratorio teatrale che si propone è quella di sollecitare la fantasia dell’allievo, sviluppare le sue capacità espressive, fargli scoprire nuovi canali di comunicazione, fargli acquistare sicurezza nei movimenti e nel rapporto con gli altri coinvolgendo aspetti riguardanti la sfera affettiva e sociale, all’interno di un lavoro che richiede di volta in volta un impegno individuale ma anche collettivo: una volta “attore” ed una volta “pubblico”, l’allievo è chiamato a mettersi in gioco, a sperimentarsi, a dare prova di sé e delle sue capacità, senza timidezze o inibizioni.
Al Teatro Studio Uno in scena dall’ 8 all’11 marzo “In qualunque posto mi trovi” spettacolo originale scritto da Noemi Radice ed Eleonora Cicconi, quest’ultima anche attrice e protagonista di un monologo sul potere e sull’influenza dei social media nell’educazione e la crescita di una giovane adolescente nel mondo di oggi.
In scena il racconto di Gaia, una quindicenne alla ricerca della propria identità e delle proprie passioni, che passa i suoi pomeriggi rinchiusa nella sua cameretta, rifugiandosi nel mondo di youtube. Il periodo dell’adolescenza è un momento delicato per una giovane ragazza, un momento di cambiamento importante dove si vive il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, in cui è facile sentire il senso di inadeguatezza, unito alla voglia di cambiare e di crescere.
Gaia non si riconosce più. Vuole essere un’altra, vuole essere come la sua youtuber preferita.
“Il nostro spettacolo – raccontano le autrici – nasce dalla lettura di un racconto di Frank Wedekind: “Mine-Haha, ovvero Dell’educazione fisica delle fanciulle”, in cui centinaia di ragazzine, in un parco, vengono educate da altre donne secondo i soli canoni estetici e fisici, crescendo inconsapevoli dell’esistenza di un mondo esterno.
Con “In qualunque posto mi trovi” ci siamo interrogate su che cosa possa essere oggi questa “educazione fisica delle fanciulle”, in una società in cui l’estetica è vissuta come un valore imprescindibile e in cui le adolescenti sono bombardate da immagini e modelli a cui ispirarsi.
Abbiamo trovato in Youtube il nostro “parco” contemporaneo, in cui centinaia di ragazzine condividono con migliaia di coetanee le proprie esperienze e i propri suggerimenti di vita. Youtube nei loro video è uno spazio che porta la sfera privata nella sfera pubblica; è uno spazio accessibile a chiunque, in cui vengono spesso mostrati con leggerezza elementi intimi e privati”.
Il meccanismo che scaturisce dall’uso dilagante dei social è complicato e perverso, fatto di contenuti filtrati, rivisitati ed abbelliti. Tutti o quasi, cercano di raggiungere la perfezione, dando un’immagine falsata e migliore di se, delle proprie abitudini, della propria esistenza, nascondendo invece insicurezza, solitudine e fragilità.
“In qualunque posto mi trovi” mette in luce questa fragilità, soprattutto adolescenziale, nel confronto quotidiano con modelli a cui assomigliare, stereotipi femminili, con cui Gaia lotta e si identifica, alla ricerca di se stessa e della propria personalità, in un periodo di formazione e di grandi incertezze come può essere quello dell’adolescenza, lasciando aperta una riflessione universale sul rapporto sempre più morboso e perverso tra il mondo dei social media e la nostra intimità.
“In qualunque posto mi trovi” 8-11 Marzo 2018
Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).
Maria è una bimba senza sogni, nata a Milano il 29 agosto del 1935. È questo l’inizio di tutto, l’inizio di Maria e del suo amore di donna. -“Maria vieni su, dai! – Ma te ve no che i piè camminen no?!”- Dal Buio della sala una voce registrata pronuncia queste parole, è l’eco di un ricordo della sua prima gioia, Piero il suo fratello più piccolo che l’amava tanto. Ma scoppia la guerra e la famiglia intera è costretta a lasciare Milano e rifugiarsi a Saltrio vivendo all’interno del teatro del paese, la sala della musica la chiamavano. La vita di campagna le permetterà di vivere giornate scandite da latte di capra, caramelle di zucchero, qualche amichetta di scuola e una mamma che non le farà mancare mai nulla. Passa la guerra, e Maria non l’ha vissuta nella tragedia e nella sofferenza anzi, ma adesso è il momento di tornare a Milano e qui riprendere la vita di prima non è troppo facile. Si è fatta grande e ora non fa altro che aiutare la mamma in casa: Maria cuce e pulisce, esce di casa solo con la mamma per fare la spesa o con i fratelli più grandi. Le è proibito avere qualsiasi tipo di relazione con l’altro sesso. È chiusa in casa e come un uccello in gabbia canta, canta tutto il giorno. Fortunatamente ha un amico che le fa compagnia di nome Ciccio, è un cocorito giallo che l’aiuta a passare le giornate. Maria è bella, acqua e sapone, senza mai un filo di trucco. È timida e taciturna, senza pretese nei confronti della vita, in questo momento della sua vita fa quello che le viene detto di fare. Vive nel suo mondo incantato dove solo l’amore è protagonista, lo stesso amore che condannerà il suo dolore: Nunzio. L’unico uomo che lei abbia mai avuto senza sapere il perché. Maria partirà per un altro viaggio, l’ultimo della sua vita, quello per la Calabria, in cui è costretta a sposarsi e il suo sogno dell’amore corrisposto svanisce dopo poco tempo. Avrà cinque gravidanze senza sapere nemmeno come si fa, “Maria si sente vergine anche quando allatta”, e da qui in poi la sua vita si colora di una richiesta d’amore continua che da mamma e da nonna ha ricevuto ma di donna no.
TEMPO MACCHINA
| di Giuliano Tomassacci | con Anna German, Claudio Losavio, Paolo Parnasi, Fabio Gagliardi, Jessica Piccolo Valerani, Ilaria Serantoni| regia Giuliano Tomassacci| scenografia Cristiana Fasano | costumi Susanna Buffa| make up Giulia Stronati| musiche Stefano G. Falcone
Tarnee, una donna sulla cinquantina, effettua un viaggio transcontinentale su insistita richiesta di un giovane e sconosciuto analista, il Dottor Midle. Sebbene ancora diffidente e incapace di comprendere completamente la situazione e i suoi pregressi, dopo una prova inconfutabile prodotta dal dottore Tarnee accetta di sottoporsi ad una serie di sedute di ipnosi per rievocare alcune delle sue vite, passate e future. Un itinerario ancestrale e trasversale sulle ali della sua anima al fine di raggiungere un traguardo che coincide con una partenza: l’anima di un uomo che lei ha amato in una vita passata ha ingaggiato il Dottor Midle per chiedergli di aiutarlo a comprendere cosa non funzionò nella loro relazione sentimentale e a svelare quale ostacolo tutt’ora, vita dopo vita, secolo dopo secolo, impedisce ai due spiriti di liberarsi dalle loro esistenze carnali e di fondersi.
ERA MEGLIO SE FACEVO L’ATTORE
| Virgolatreperiodico | di e con Andrea Onori
L’intenzione è quella di affidarsi alla struttura – allo scheletro – della troppo, troppo solida opera come punto di appoggio per puntare gli occhi altrove. Spostare lo sguardo dalla nebbia che abbiamo davanti e intorno e farlo sedere sul palcoscenico. Sopra vi sono Andrea, attore, e Amleto, aspirante tale. I due si studiano, ma non si riconoscono. Sanno di avere un problema, forse anche più di uno. Non sanno da dove iniziare e erciò non lo fanno. Aspettano. Il fatto è che la Danimarca oggi non è il luogo ideale per fare progetti. Non tanto per la guerra, ma perché nessuno sembra prendere le cose sul serio. I servi e i padroni non combattono più, anzi vanno a banchetto insieme e si scambiano risate in televisione. Ai meritevoli è detto di farsi da parte, mentre gli assassini e i bugiardi siedono sullo scanno più alto. E chi a fatica riesce a conquistarsi il suo guscio d’uovo lo fa a scapito e danno dell’altro, e passa il tempo a volersi difendere, guardando chiunque si avvicini con sospetto e terrore. Solo a Teatro le cose sembrano andare bene. Per questo tutti vogliono fare gli attori.
NAVICELLA
| di Pier Lorenzo Pisano | con Gianvincenzo Pugliese
Un alieno si affaccia su un pianeta sconosciuto: il nostro. Cosa vedono occhi nuovi? E quanto a lungo possono restare immacolati, immersi fino alla gola nel nostro mondo?
MARYSOL Y CIELO
| di Piera Saladino|con Piera Saladino, Emanuela Bitondo, Dario Di Pietro
Marysol y Cielo,è la storia di una donna vivace e malinconica al tempo stesso, che decide di trasferirsi in Spagna grazie all’incontro con un uomo di Madrid. Marysol Y Cielo de NavalLicanteVoltudo, (pluricognome acquisito), è peròancheAssunta Maria Concetta Capuano o Assunta ‘a ballerina: unaragazza napoletana che accantona, dopo una lunga battaglia interiore, i sogni e gli ideali. E’ uno spettacolo che da voce a un personaggio legato alla sua terra, che ne conserva i tratti, le caratteristiche e che prova ad assumere forme diverse, ma la sua sostanza non cambia. I risvolti sociali e psicologici che accompagnano i cambiamenti nella vita della protagonista sono il nodo centrale del testo.
L’UNICA COSA POSSIBILE
| di Iris Basilicata, Eleonora Gusmano | con Iris Basilicata, Eleonora Gusmano | regia Francesco Prudente, Giulia Aleandri
Nella famosa favola di Esopo della cicala e della formica ci viene insegnato che chi nulla fa nulla ottiene e chi compie determinate azioni viene poi ripagato nel giusto modo. Ma quale? Cosa avviene quando l’unica cosa possibile da fare in una situazione di pericolo è un omicidio? Questa la domanda attorno alla quale si intrecciano le vicende dei tre protagonisti di L’unica cosa possibile. Anna e Barbara vivono la loro morbosa relazione tra arte, cibo, pittura, dipendenze, scrittura, l’amore incondizionato per Julian e citazioni artistiche di Giacomo Puccini. Il perfetto quadro di una vita bohémienne che si tingerà sempre più di rosso vede coinvolte due attrici e tre personaggi, cinque entità in tutto in cui lo spettatore può riconoscersi o meno. Pezzi di vita quotidiana, elementi preziosi per la ricostruzione della vicenda sanguinosa, vengono ricostruiti in scene alternate da bui in cui il prima e il dopo vengono fusi in un tempo indefinito. Lo spettacolo si sviluppa in un flusso di coscienza confuso e disperato che ci confessa lucide e complicate verità. Gli incontri, le vicende, attimi di vita quotidiana di Anna, Barbara e Julian si susseguono in uno schema a flusso. I ruoli sono volutamente lasciati indefiniti, i protagonisti perdono la loro identità perdendosi continuamente l’uno nella personalità dell’altro: sono uno, sono tre, sono cinque, per poi tornare a non essere nessuno.
INGRESSO 5€
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