TERESA, SANTA, PUTTANA E SPOSA | Cap. III|L’ABC DEL VAIOLO

TERESA SANTA PUTTANA E SPOSA
Capitolo 3
ABC del combattimento fra Teresa e il vaiolo nero

locandina Teresa cap 3 (1)

di Marco Bilanzone
regia Lorenzo Montanini

Con Nadia Rahman-Caretto Flavia G. de Lipsis Jessica Granato
Eleonora Turco Giuseppe Mortelliti Alessandro Di Somma

Costumi e grafica Valentina Cardinali

produzione @teatro studio uno

SINOSSI
Di come Teresa, per fuggire alle pressanti richieste di un tozzo e potente riccone, diventò la mantenuta del dottor Ottorino Spinazzola e si ritrovò infermiera e prostituta nel mezzo di un’epidemia di vaiolo nero.
Di come il vaiolo uccise con tanta velocità ed efficienza che non ci fu modo di trasportare tutti i defunti al cimitero e di come i due dottori del paese furono tra i primi a scomparire (uno al cimitero e l’altro ubriaco se la diede a gambe con la scusa di andare a chiedere altri vaccini nella capitale). A proposito del flagello del vaiolo furono molte le storie che si diffusero sulla bocca della gente, molti famosi cantastorie se ne occuparono mettendo in musica quella triste epopea di pianto, pus e morte. Prima di concludere vogliamo però ripetere una cosa e lo creda chi vuole: a porre fine al vaiolo nero che imperversava per le strade sono state le prostitute di via della Fratta Torta capeggiate da Teresa. Teresa ha addentato il vaiolo alla gamba, ha masticato il boccone e l’ha sputato fuori. Allora il vaiolo è fuggito a precipizio sul treno ritirandosi disordinatamente verso il fiume, che è una delle sue residenze preferite. Nascosto in una grotta, aspetta una nuova occasione.

NOTE DI REGIA

Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere
per dimenticare d’esser stati presi per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia col vino forte
porteran sul viso l’ombra di un sorriso tra le braccia della morte.
F. De Andrè

Il terzo capitolo della serie di Teresa, santa puttana e sposa fa di nuovo un salto avanti nel tempo della vita della protagonista e ne racconta i mesi trascorsi a Cozzo Volturno, quando Teresa, ormai adulta, divenne la mantenuta del dottorino Ottorino Viburno Spinazzola e si trovò a fronteggiare un’epidemia di vaiolo nero. Come sempre le vicende sono riportate attraverso le voci di una moltitudine di personaggi: racconti e leggende si mischiano ai fatti.
Questo capitolo è quasi tutto narrato, come si evince anche dal titolo, ed è una raccolta di piccoli racconti, distribuiti in ordine alfabetico, quasi un compendio dei mesi che la protagonista trascorre in questo piccolo paese alle prese con la malattia.
Com’erano i toni del precedente spettacolo, anche questa volta la storia ha tinte scure e la protagonista (seppure molti anni dopo la storia del caporale Giusto e di Dan) è circondata da un universo di personaggi quasi sempre negativi, vigliacchi, approfittatori, piccoli, meschini. La saga acquista sempre più toni popolari quando si scopre che sono le prostitute le uniche ad avere avuton il coraggio di andare tra la povera gente a somministrare i vaccini di casa in casa.
Ci troviamo all’improvviso immersi in un’atmosfera a metà tra una canzone di de Andrè, i monatti manzoniani e la morte a Venezia di Thomas Mann. Metafora di una società in cui il popolo è sempre costretto a subire e risolvere i mali del mondo mentre i ricchi se ne stanno a guardare dalle finestre dei loro palazzi; la malattia è una livella, colpisce tutti indistintamente, ed è quindi vana qualsiasi distinzione si voglia stabilire tra gli uomini basandosi sul peso del denaro e sulla posizione sociale e solamente nel momento della paura si possono misurare tutti quanti, considerando e comparando con il peso e la misura della verità.

Seppure attraverso un racconto di fantasia, torna incredibilmente attuale la storia di un’epidemia di vaiolo (la malattia è ormai stata debellata in tutto il mondo) e il ruolo fondamentale che hanno avuto i vaccini per sconfiggerla. Al vaiolo non è mai stata trovata una cura e la malattia è stata sconfitta esclusivamente attraverso la vaccinazione sistematica di tutta la popolazione del pianeta. La povera gente era quella che aveva un accesso piu difficile al vaccino e anche quella parte della popolazione che vedeva i vaccini con più riluttanza: solo attraverso una grande campagna mondiale per rendere il vaccino obbligatorio la battaglia è stata vinta. In un mondo in cui scienza e pseudo-scienza sembrano avere lo stesso peso anche una fiaba può servire a misurare il peso della realtà.

Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).
Ingr. 12 euro. Tessera associativa gratuita
Giov –Sab ore 21

Dom ore 18.00

PRENOTAZIONI http://j.mp/prenotaTS1
Per info: 3494356219- 3298027943
www.teatrostudiouno.com – info.teatrostudiouno@gmail.com

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