È ITA
di Martina Tiberti
con Sergio Brenna Flavia G. de Lipsis Giuseppe Mortelliti
regia Sergio Brenna
scene e disegno luci Simone Martino
Teatro Studio Uno 5-8 marzo 2020
SINOSSI
Biagio, detto ‘Bobby’, nominato Secondo dalla madre, gioca a boxe dall’età di quindici anni ma dopo anni di combattimenti gli unici premi restano un panino con la mortadella e pochi spicci, così un giorno, dopo aver ingoiato l’ultimo boccone, decide d’impararsi un mestiere, uno di quelli che “attacchi ‘a matina ma non sai quannu returni”, ritorni che è buio, di sicuro: il muratore. È grazie a quest’arte che si costruisce una casa su un pezzo di terra confinante con il cimitero, che vede per la prima volta la città, “Roma padrona che i vecchi li piega e i giovani li doma”, che conosce la vita del cantiere, che si fa degli amici, che si confronta con l’illusione di un benessere alla portata di tutti, quel benessere che investe la metropoli e fa capolino sulla campagna, dove l’unico modo per sopravvivere e rimanere al passo con la vita diventa il pendolarismo.
NOTE DI REGIA
‘È ita’ è la storia di Biagio e del suo modo di sentirsi libero, è una ricerca storica, dialettale, personale e di tutti. Nasce dal desiderio di riprendere contatto con un mondo autentico, ormai arcano e con gli uomini e le donne che hanno contribuito a scrivere una delle pagine più contradditorie della storia italiana. La trama si svolge nell’Italia dei primi anni sessanta, quell’Italia che, usando le parole di Giorgio Bocca, “aveva un animo lieto e alacre nonostante le difficoltà della vita perché percorsa da un’idea di grande speranza e di grande illusione di progresso”. ‘È ita’ è un’espressione dialettale che non ha una corrispondenza in italiano. Letteralmente significa ‘è andata’ ma contiene due sentimenti contrastanti: il dolore per la perdita e il sollievo per qualcosa che si è compiuto. L’idea scenografica alla base del lavoro è scarna e funzionale, in linea da un lato con i ritmi lavorativi del cantiere e dall’altro con quelli più sfumati e lenti della vita di paese. Il personaggio di Biagio, che tende ad un’attitudine ribelle e anticonvenzionale sia nell’ambiente cittadino che in quello del piccolo centro, è la linea portante della narrazione scenica.
Teatro Studio Uno
giov – sab ore 21.00 dom ore 18.00
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