5-8 e 13-14 Ottobre (Cortile)
Produzione Teatro Studio Uno
Teresa Santa, Puttana, Sposa (Capitolo 1)
Il debutto di Teresa al Cabaret
Di Marco Bilanzone, regia Lorenzo Montanini,
con Nadia Caretto, Flavia Germana De Lipsis , Alessandro Di Somma, Mattia Giordano, Jessica Granato, Federico Le Pera, Riccardo Marotta, Giuseppe Mortelliti, Eleonora Turco
Primo di una serie di cinque spettacoli tra loro indipendenti ma intrecciati, che raccontano la storia di Teresa Battista eroina simbolo di libertà, coraggio ed emancipazione. Peste, fame e guerra, morte e amore. Canzoni d’ubriachi, passi di danza, grida di disperazioni, voci di piazza, leggende di paese. “Teresa santa, puttana e sposa” è la storia di una bambina nata libera e venduta dagli zii a tredici anni, prostituta e schiava, ballerina e cantante ineguagliabile, moglie devota. Regina delle prostitute infermiere contro il vaiolo nero, amante indomita in eterna attesa, guerriera e protettrice dei più deboli, femminista, santa e figlia del dio della guerra. Nel magico Sud del nostro paese, a Sant’Esolo, ai margini dei monti Filetei, muove i suoi passi la nostra eroina, un territorio/limbo, immaginario e immaginifico, abitato da persone provenienti da ogni regione di questa variopinta nazione. Gente che poco chiacchiera con gli stranieri e che è avvezza al duro lavoro sotto il sole. Lì Teresa troverà l’amore, l’invidia, la vendetta in un turbine di avvenimenti che la trasformeranno nel profondo.
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19-22 Ottobre (Sala Teatro)
Produzione T Lab
Metamorphosys (19 e 21 Ottobre)
Di Vittoria Faro
con Luigi Biava, Cecilia Mati Guzzardi, Carola Wilson Ripani ed Elisabetta Ventura
METAMORFOSYS ripercorre il mito ovidiano in una mutata forma, in una riscrittura scenica performativa, raccontando una nuova genesi dell’umanità proiettata in una delle possibili dimensione del futuro prossimo, quello in cui la realtà fenomenica soccombe alla sua immagine virtuale affidata alla Rete. Cosa accadrebbe se il mondo per come lo conosciamo dovesse finire? Cosa resterebbe di noi? Che forma assumerebbe la nuova umanità? Che ruolo avrebbe la tecnologia? L’evoluzione tecnologica nella post modernità ha portato l’Uomo ad affidare alla Rete non solo informazioni, dati statistici e numerici, ma l’intero Sapere comune. E sempre più pensieri, ricordi, segreti, relazioni e sentimenti che in rete scambiamo o custodiamo. “Memoria” è nell’ipotetico futuro prossimo l’unità centrale che conserva i nostri dati, ciò che siamo e la Storia che abbiamo costruito in immateriali e adimensionali impulsi di energia. “Memoria” è summa delle emozioni, dei ricordi, dei pensieri e dei sentimenti che gli esseri umani le hanno affidato nel tempo e che ora trasmette alle nuove creature, prodotti dall’evoluzione umana. Antiempatici, i nuovi esseri sono schiavi della connessione, attraverso la quale ricercano un’identità e un senso all’esistenza.
Medea (20 e 22 Ottobre)
Di Vittoria Faro
Performer Soundproducer Vittoria Faro Drammaturgia Matilde D’Accardi, Vittoria Faro Voice offVittoria Faro Martino Duane Visual design Antonio Pizzola Costumi Alma Quintini Photo Eleonora Faro Photographer
Medea si risveglia sulla riva del mare, lambita dalle onde della risacca, vittima del suo destino tragico. Condannata ora – e per l’eternità – a rivivere la sorte del suo personaggio: principessa ribelle e determinata che perde la sua terra per amore di Giasone, sposa affranta dal tradimento del suo uomo, esule scacciata dalla terra che l’aveva accolta, vittima della persecuzione del re Creonte e del suo malvagio disegno e, infine, madre macchiatasi del più mostruoso e orrendo delitto: il sacrificio dei suoi stessi figli. Come una profuga che, costretta dagli eventi, affida i figli al mare sfidando il rischio di perderli per offrire loro una speranza di un futuro altro, Medea affronta l’estremo Sacrificio, quale atto ineludibile per la salvezza in un rinnovato equilibrio cosmico: “E’ necessario che muoiano – dice in Euripide – e se così deve essere io li ucciderò, io che li ho messi al mondo”.
26 Ottobre – 5 Novembre (Sala Specchi)
Produzione Barone/Chieli/Ferrari |Teatro Studio Uno
Domani i giornali non usciranno
Di Veronica Raimo
regia Emilio Barone e Massimiliano Ferrari
Con Alessandra Chieli
Musiche originali Toni Virgillito
Una giovane donna è in aeroporto, ha appena perso la coincidenza per il suo volo e non sa quando potrà imbarcarsi sul prossimo. Sono mesi che si sta preparando a questa partenza, con una determinazione insieme pratica ed estetica: vuole sentirsi perfetta per raggiungere l’uomo che la sta aspettando.
La scena è tutta contenuta all’interno dell’aeroporto, il non-luogo per eccellenza, dove i confini pian piano sfumano nella dimensione di un limbo. La perfezione della donna si apre e si contamina a contatto con la realtà: le luci al neon, la mancanza di cielo, le voci dissonanti di funzionari aeroportuali, le voci accorate ma vischiose di chi non vorrebbe lasciarla andare. L’iniziale agitazione per la mancata coincidenza declina verso una forma di serenità carica di vitale irrequietezza, e lo scarto rispetto alle proprie aspettative diventa un territorio nuovo, inesplorato, fertile, mai confortevole. Come se dovesse dar conto delle ragioni per cui si trova lì, la donna si aggira all’interno di questo limbo rivendicando il proprio diritto all’insoddisfazione contro chi le chiede di essere ottusamente soddisfatta.
E l’uomo che la sta aspettando – se c’è davvero qualcuno ad attenderla – incontrerà una donna che ha accettato di perdere molte cose per provare essere se stessa.
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2-5 Novembre (Sala Teatro)
Ubu Me
regia Diviso per zero
Con Francesco Picciotti e Francesca Villa
Ubu è un essere terribile, disgustoso, deforme. Il centro del suo mondo è la pancia, la grande spirale, sproporzionata rispetto al resto del corpo. E’ nel suo letto, immobile, attorno a lui i resti delle atrocità che ha commesso: teste, braccia, scalpi, volti. Sono questi resti a ricordargli la sua storia, a raccontargliela e a fargliela rivivere sempre, senza pentimento, senza rimorso. Perchè ubu non ne ha, non ne vuole, non ne ha bisogno. Ubu non dubita mai di se stesso, non teme conseguenze, non ha paura, se non per la propria vita. I due burattinai sono due improbabili sacerdoti che, a differenza dei preti veri, riescono effettivamente a far rivirere l’oggetto della loro celebrazione. Come succede, o dovrebbe succedere nel teatro, più o meno.
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9-19 Novembre(Sala Teatro)
Lo Straniero di Camus
Scritto e diretto da Lorenzo De Liberato
Con Tiziano Caputo, Agnese Fallongo, Mario Russo, Marco Usai
Il signor Meursault vive ad Algeri ed è di origine francese. La vicenda si apre con la notizia della morte della madre del protagonista nell’ospizio di Marengo, fuori dalla città. Durante il viaggio e il soggiorno per il funerale, Meursault si comporta eseguendo un compito necessario e nell’entrare in contatto con le figure dell’ospizio quasi si distrae al pensiero della madre morta. Di ritorno dal viaggio nella sua Algeri, incontra al mare una donna di nome Marie, sua ex collega, con cui inizierà una relazione senza provare una vera passione o sentimento amoroso, ma principalmente un trasporto fisico. La conoscenza col vicino di casa Raymond compromette il protagonista che in una giornata particolarmente assolata, e senza un reale scopo,uccide in spiaggia, scaricando quattro colpi, un arabo che cercava vendetta in quanto fratello della donna maltrattata quotidianamente dallo stesso Raymond. Una volta in prigione, Meursault sembra non provare rimorso per l’omicidio e il suo spirito e i suoi atteggiamento sembrano abbandonare ogni possibilità
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16-26 Novembre(Sala Specchi)
16-17 Amleto Punk | 18-19 Antigone fotti la legge| 23-24 Bernarda | 25-26 Agenti e castisti
Produzioni Nostrane RETROSPETTIVA
Regia Giovan Bartolo Botta
Con | Isabella Carle, Krzysztof Bulzacki Bogucki, Mariagrazia Torbidoni, Flavia Germana De Lipsis e Giovan Bartolo Botta
Retrospettiva sulle opere di Giovan Bartolo Botta e la sua compagnia Produzioni Nostrane, un viaggio psichedelico tra classicismo e ipocondria, tra logorrea e silenzi spessi, in scena Amleto, Antigone, Bernarda Alba e gli Americani Mamettiani, una folle corsa per conoscere un attore unico, vero, geniale.
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30 Novembre – 3 dicembre(Sala Teatro)
Lettera al padre
Di e con Gabriele Linari
“Lettera al padre”, uno scritto personale dell’autore praghese. Una confessione accorata al genitore autoritario e arrogante, mai pervasa da rancore. Un vero e proprio conflitto nei confronti di una figura che incarna l’autorità assoluta, rappresentante di un mondo utilitaristico e pratico, ben lontano dalle aspirazioni dello scrittore. Ognuno di noi si potrà identificare in questo duro contrasto tra generazioni. Sul palco l’attore e regista Gabriele Linari, pochi gli elementi scenici ad accompagnare il monologo, in un susseguirsi di emozioni legate da un filo di instancabile ironia. A scandire il percorso nei meandri della mente di Kafka, le musiche originali di Jontom con cadute dissonanti e toccanti picchi melodici. Kafka scrisse la Lettera al padre nel 1919 anno in cui le sue pubblicazioni iniziavano a fare il giro d’Europa. Franz affidò lo scritto a sua madre perchè lo consegnasse al destinatario. Hermann Kafka non ricevette mai la lettera di suo figlio.
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7-10 Dicembre(Sala Specchi)
Me
Di e con Ilaria Migliaccio
Me è il racconto di un corpo. Me dice: “Io sono Pripyat, la città abbandonata 31 anni fa, dove oggi crescono piante e animali radiaottivi, sono la natura che nasconde la ferita.” Ci sono volute 500 rose per costruire gli organi del corpo che viene raccontato qui, e forse ce ne vorrebbero ancora. Mentre le costruivo mi chiedevo perché così ante, poi ho trovato la risposta. Dovevano raccontare quello che è nascosto in ognuno di noi, quello che sta dentro e che spesso fa anche un pò ribrezzo, ma io volevo raccontarne la bellezza. I fluidi, il sangue, la carne, la connessione delle parti, il dentro e il fuori, in una macchina perfetta, che resiste, nonostante tutto. Parto dalla morte, per approdare alla sete di vita e questo è un viaggio a ritroso, un’azione psicomagica per sconfiggere la paura di morire.
7-10 Dicembre(Sala Teatro)
Nano Egidio La Trilogia
Regia Nano Egidio
Con Marco Ceccotti, Francesco Picciotti, Simona Oppedisano
Nano Egidio Contro il Male di Vivere Spesso Incontrato è un kolossal intimista di teatro povero interpretato da attori, pupazzi, giocattoli e un nano da giardino. Ad un certo punto del cammino della nostra vita ci si accorge che la maggior parte di ciò in cui credevamo ci ha deluso o viene messo in discussione. Sia che si parli di religione, politica, studi, lavoro, la famiglia, noi stessi, tutto mostra delle piccole o grandi crepe che da un momento all’altro possono allargarsi e far crollare tutte le nostre certezze. Gli eroi e i personaggi delle fiabe della nostra infanzia, quelli più forti e tenaci che ci hanno seguito fino all’età adulta, ci aiutano a combattere questa lotta contro nemici nuovi e pericolosissimi, non più i classici cattivi fumettistici o dei cartoni, bensì le paure, le crisi e le ansie che caratterizzano i nostri tempi. Lo spettacolo si ispira ai film d’azione americani senza averne i soldi e i mezzi. Gli effetti speciali e il montaggio rapido, tipici di questo genere cinematografico, vengono ricreati in scena tramite la manipolazione dei più disparati giocattoli e pupazzi e la costruzione di gag estreme e demenziali.
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14-17 Dicembre(Sala Specchi)
Produzione Teatro Studio Uno
Teresa Santa, Puttana, Sposa (Capitolo 2)
Il debutto di Teresa al Cabaret
Di Marco Bilanzone, regia Lorenzo Montanini,
con Flavia Germana De Lipsis , Alessandro Di Somma, Mattia Giordano, Jessica Granato, Federico Le Pera, Riccardo Marotta, Giuseppe Mortelliti, Eleonora Turco
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4-7 Gennaio(Sala Teatro)
L’unica cosa possibile
Di Iris Basilicata
Regia Francesco Prudente
Con Iris Basilicata e Eleonora Gusmano
Nella famosa favola di Esopo della cicala e della formica ci viene insegnato che chi nulla fa nulla ottiene e chi compie determinate azioni viene poi ripagato nel giusto modo. Ma quale? Cosa avviene quando l’unica cosa possibile da fare in una situazione di pericolo è un omicidio? Questa la domanda attorno alla quale si intrecciano le vicende dei tre protagonisti di L’unica cosa possibile. Anna e Barbara vivono la loro morbosa relazione tra arte, cibo, pittura, dipendenze, scrittura, l’amore incondizionato per Julian e citazioni artistiche di Giacomo Puccini. Il perfetto quadro di una vita bohémienne che si tingerà sempre più di rosso vede coinvolte due attrici e tre personaggi, cinque entità in tutto in cui lo spettatore può riconoscersi o meno. Pezzi di vita quotidiana, elementi preziosi per la ricostruzione della vicenda sanguinosa, vengono ricostruiti in scene alternate da bui in cui il prima e il dopo vengono fusi in un tempo indefinito. Lo spettacolo si sviluppa in un flusso di coscienza confuso e disperato che ci confessa lucide e complicate verità. Gli incontri, le vicende, attimi di vita quotidiana di Anna, Barbara e Julian si susseguono in uno schema a flusso. I ruoli sono volutamente lasciati indefiniti, i protagonisti perdono la loro identità perdendosi continuamente l’uno nella personalità dell’altro: sono uno, sono tre, sono cinque, per poi tornare a non essere nessuno.
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11-14 Gennaio(Sala Teatro)
Produzione Teatro Studio Uno
Il Giovane Riccardo
Di Alberto Fumagalli
Regia Alberto Fumagalli, Tommaso Ferrero
Con Alberto Fumagalli, Loris Farina, Antonio Muro, Alice Bertini, Ludovica D’Auria
“Il giovane Riccardo” è un progetto liberamente tratto dall’opera shakespeariana “Riccardo III” Riccardo, figlio deforme e poco amato dalla propria famiglia, attraverserà la sua giovinezza condannato dalla sua vera natura e dal rifiuto della società. Scuola, amici, amori, sport, niente riuscirà ad accettare il primo genito della casata degli York. Storpio, timido e inadatto, Riccardo proverà amore, paure, gioie e desideri, come ogni giovane ragazzo. Il continuo e violento rifiuto muterà il carattere di Riccardo. Il suo silenzioso e pacato carisma, la sua mai riconosciuta intelligenza, si muteranno in muta violenza, studiata vendetta e insaziabile ambizione.
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19-21 Gennaio(Sala Teatro)
Produzione LiberaImago
Celeste
Scritto e diretto da Fabio pisano
Con Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Mario DI Fonzo
Nel 1925 a Roma, nel Ghetto ebraico, nacque da Settimio ed Ersilia, Celeste di Porto. Non si sa molto di lei, ma alle cronache, su qualche articolo di giornale, qualche ancor non troppo logora memoria tira fuori questa vecchia, impolverata ma spietata storia. La storia della “pantera nera”. Di quella bellissima e fatale ragazzina di diciotto anni che, dopo il rastrellamento del ghetto romano ad opera dei tedeschi guidati da Kappler, decide di diventare una delatrice. Di vendere gli ebrei. I suoi concittadini. Inizia così un vero e proprio periodo buio per gli ebrei del ghetto italiano; coloro i quali venivano “salutati” con un cenno della mano da colei la quale era riconosciuta come una delle più belle ragazze di Roma, non aveva scampo. Per ogni “capo”, lei guadagnava cinquantamila lire. E non importa se a finire nelle mani delle camicie nere fossero donne, bambini o uomini. No. La “pantera nera” era indifferente al genere, alle età. Solo la sua famiglia, doveva essere risparmiata. Ma il padre non riuscì a portare questo enorme peso sulla coscienza, e si consegnò alle SS. I fratelli, tra cui Angelo, tanto amato, la rinnegarono. Solo la madre continuò a volerle bene
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18-21 Gennaio(Sala Specchi)
Virgolatreperiodo
Era meglio se facevo l’attore
Di e con Andrea Onori
L’intenzione è quella di affidarsi alla struttura – allo scheletro – della troppo, troppo solida opera come punto di appoggio per puntare gli occhi altrove. Spostare lo sguardo dalla nebbia che abbiamo davanti e intorno e farlo sedere sul palcoscenico. Sopra vi sono Andrea, attore, e Amleto, aspirante tale. I due si studiano, ma non si riconoscono. Sanno di avere un problema, forse anche più di uno. Non sanno da dove iniziare e erciò non lo fanno. Aspettano. Il fatto è che la Danimarca oggi non è il luogo ideale per fare progetti. Non tanto per la guerra, ma perché nessuno sembra prendere le cose sul serio. I servi e i padroni non combattono più, anzi vanno a banchetto insieme e si scambiano risate in televisione. Ai meritevoli è detto di farsi da parte, mentre gli assassini e i bugiardi siedono sullo scanno più alto. E chi a fatica riesce a conquistarsi il suo guscio d’uovo lo fa a scapito e danno dell’altro, e passa il tempo a volersi difendere, guardando chiunque si avvicini con sospetto e terrore. Solo a Teatro le cose sembrano andare bene. Per questo tutti vogliono fare gli attori.
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25-28 Gennaio(Sala Teatro)
Pollini
Scritto e diretto da Alessia Giovanna Matrisciano
Con Francesco Guglielmi e Ilaria Giorgi
Lei pensa di non avere “le mele” che tutti gli uomini vogliono, le cerca disperatamente in se stessa ma non le trova, vuole farle nascere e non nascono, e perciò non riesce a sentirsi donna. Lui sente in lei il profumo delle mele, prova per esso attrazione e ansia, prova paura inettitudine avversione ribellione e in questa frustrazione non riesce a sentirsi uomo. Lei non ama i gatti come molte altre donne, infatti tiene dieci topi dentro casa. La notte li libera e se li sente passeggiare sul corpo, e fa di quei pensieri indecenti che in verità fanno sorridere; sogna delle mani che la tocchino come una bambina sogna gli unicorni. Lui tiene sempre in tasca un ritaglio da un giornaletto di provincia nel quale un giorno è comparsa la sua foto; lo mostra a tutte le donne e racconta loro una notizia inventata, col solo effetto e forse scopo di farla fuggire. Sono due personaggi androgini, infantili, disadattati, che vogliono mostrarci come è buffo ed emozionante vivere in un’età fuori tempo massimo l’esperienza del primo amore.
25-28 Gennaio(Sala Specchi)
Massa a Fuoco
Questione di centesimi
Di e con Pasquale Faraco
Regia Paolo Schiena
Questione di Centesimi nasce dai racconti di un operaio dell’Alfa Sud di Pomigliano per un certo periodo della sua vita, i quali racconti sono poi andati intersecandosi con l’attualità, in particolare con le innovazioni introdotte nella metrica del lavoro in fabbrica (a partire dal toyotismo, ma che in Italia sono giunte solo a partire dai tardi anni Novanta), in specie alla FIAT di Pomigliano La vita umana si fa sempre più merce. L’alienazione è sembrata aumentare indistintamente in comparti dove o si lavora tantissimo o, per lunghe fasi, non si lavora affatto. Il tutto poi si incastra nelle problematiche ambientali della Campania (in una sorta di malefico quadro organico, in cui umano e ambientale degradavano fino alla irriconoscibilità. In questo maelstrom di sensazioni, esperienze e intuizioni l operaio Ricardo Belladonna cerca una via di uscita che a poco a poco sembra derivare da una memoria ancestrale che a tutti appartiene ad una sorta di “marchio di fabbrica” dell’umano.
1-4 Febbraio (Sala Specchi)
Produzione Teatro Studio Uno
Teresa Santa, Puttana, Sposa (Capitolo 3)
Il debutto di Teresa al Cabaret
Di Marco Bilanzone, regia Lorenzo Montanini,
con Flavia Germana De Lipsis , Alessandro Di Somma, Mattia Giordano, Jessica Granato, Federico Le Pera, Riccardo Marotta, Giuseppe Mortelliti, Eleonora Turco
8-11 Febbraio (Sala Specchi)
CORE
Di Lisa Rosamilia, regia Lisa Rosamilia, sound Daniele Casolino
con Lisa Rosamilia e Daniele Casolino
Sulla stratificazione e lo svelare. “Core” ne racconta i passaggi, dagli strati superficiali dell’involucro esterno che avvolgono, nascondono, difendono, strutturano, fino a giungere alla visione del nucleo centrale, dove risiede la natura costituente, ciò che è celato e si muove all’interno. Sotto materie e strati di ferro, granito, roccia, terra, sabbia, acqua, vapore… un pulsare, un nucleo vivo muove la crosta, svelandone gradualmente le superfici.
La danza disegna immagini e forme attraverso un costume di scena che muta, si trasforma, si svela strato dopo strato, personaggio dopo personaggio, scoprendo e prendendo coscienza della capacità di mutare. Con il supporto di videoproiezioni e musica dal vivo che riempiono lo spazio come una scenografia eterea e virtuale, “Core” racconta il cambiamento perpetuo, la mutazione e l’esperienza della visione di ogni passaggio necessario all’evoluzione.
9-10 Febbraio (Sala Teatro)
Gobbo a mattoni
Di e con Riccardo Goretti
Regia Massimo Bonechi
Goretti, detto in paese “Sindachino”, è fermo al suo tavolo da briscola, al circolino, ad aspettare i suoi compagni di sempre: “Krusciovve”, il suo compare storico, due volte sindaco del paese (e da questo, per la loro assidua frequentazione, deve il suo soprannome Goretti), passato da PCI a PDS a DS a PD a NONVOTANTE. “Dumenuti”, che da ragazzo faceva l’attore nel teatro e da vecchio s’è rovinato col videopoker. “La Madonnina”, Marigia Martinelli, che pare una madonnina in effetti, ma bestemmia come un camionista. Ma stasera nella sala delle carte non viene nessuno. Perchè domani il circolino, dopo 50 anni esatti d’onorata carriera, chiuderà per sempre. Son tutti di là, a festeggiare, a dare l’addio a quelle sale ingiallite dal tempo e dalle sigarette. Il Sindachino non s’arrende. E aspetta. Facendo un solitario.
Nel suo schema di carte c’è un buco: da quel mazzo, che i 4 non hanno mai cambiato negli ultimi 15 anni, manca il gobbo a mattoni. Poco importa, basta saperlo, e riadattare le regole del gioco è un attimoCosì, mentre aspetta e gioca con quel mazzo mancamentato, il Sindachino racconta.
Racconta di sé (poco) e degli altri (tanto) e di cosa è accaduto in 50 anni dentro al circolino.
15-25 Febbraio (Sala Teatro)
Coproduzione Bit Quartet/Teatro Studio Uno
Yukonstyle
Di Sarah Berthiaume, traduzione e regia Gabriele Paupini
aiuto regia e luci Francesca Zerilli
con Marianna Arbia, Marco Canuto, Benedetta Rustici e Lorenzo Terenzi
costumi Benedetta Rustici
Quattro solitudini si incontrano, si confrontano e si scontrano sullo sfondo di un luogo mitico, ai confini delle terre di ghiaccio dell’Alaska: lo Yukon. In questo spazio immenso e misterioso, s’intrecciano le vite di Yuko, giapponese in esilio, Kate, ragazzina canadese che attraversa lo stato in un road trip senza meta, Garin, meticcio autoctono della zona e Dad’s, suo padre, alcolizzato cronico e appassionato di Neil Young. Quattro personaggi sradicati, quattro outsider che si ritrovano a condividere lo stesso spazio-tempo, che li spingerà a stringere delle relazioni gli uni con gli altri, a sostenersi per superare le proprie paure e cercare una via d’uscita dall’isolamento in cui si trovano.
22-25 Febbraio (Sala Specchi)
Parto
Di e con Eva Gaudenzi
Dopo anni di tentativi falliti, una coppia rinuncia definitivamente all’idea di avere un bambino. “Si vede che non era destino”, dice lei finalmente libera dallo stress. Finché un giorno, nel bel mezzo di una spensierata e disinibita vita a due, ecco piombare come un macigno un test di gravidanza fatto quasi per caso, tanto per togliersi il dubbio. Un test spietatamente positivo. Nel cuore di lei, un sentimento d’angoscia misto a felicità. Si parte, non c’è altra scelta. Il tempo passa velocemente, il feto cresce ed il corpo cambia. E per quanto si faccia, sembra sempre che al parto non si arrivi mai abbastanza preparate. Ed è così infatti. Perché è solo quando si rompono le acque che inizia la vera avventura, un viaggio di sola andata verso mari sconosciuti.
1-4 Marzo (Sala Teatro)
Produzione Teatro Studio Uno
Il Peccato
Scritto e diretto da Giacomo Sette
Con Sarah Nicolucci
Gli evangelici sono uno dei pilastri della vittoria di Trump negli U.S.A. Sono trasversali, l’ala destra del metodismo americano. Guerrafondai, ultracapitalisti e protezionisti insieme. Antiabortisti, creazionisti, sessisti e in parte xenofobi, da decenni seducono e plasmano una grande fetta della popolazione americana e una porzione non indifferente di investitori, politici e “lupi di Wall Street”. Ci riescono con un messaggio cristiano tra i più aggressivi mai generati -l’oltranzismo nazionalista- e, sopratutto, con una raffinatissima tecnica di predicazione: tecnica di una teatralità spaventosamente efficace e padroneggiata con destrezza dal Pastore protagonista del nostro spettacolo. Donna a metà fra “uomo d’affari” ed angelica figura bianco-vestita, il Pastore affronta la sua lotta contro un mondo dominato da ateismo, islamismo e pornografia, da pronta addestratrice di bambini: le loro menti sono infatti il campo di battaglia più fertile a cui la nostra attrice-sacerdotessa possa aspirare -e costituiscono la materia prima ideale perché i futuri, aspiranti predicatori annidati in platea imparino ad esercitare la loro missione con sempre più orrida efficacia
8-11 Marzo (Sala Specchi)
In qualunque posto mi trovi
Di Noemi Radice e Eleonora Cicconi Regia Noemi Radice
Con Eleonora Cicconi
“In qualunque posto mi trovi” racconta di Gaia, una quindicenne alla ricerca della propria identità e delle proprie passioni. Durante i pomeriggi nella sua cameretta si rifugia nel mondo di Youtube, un posto libero in cui ognuno può esprimere se stesso e condividere le proprie esperienze e interessi con migliaia di persone. Qui trova la sua youtuber preferita, che diventa per lei un’amica che la fa stare bene nei momenti difficili e la diverte nei momenti di serenità: un vero modello di vita. Ma la difficoltà per Gaia sarà mettere in comunicazione il mondo ideale di Youtube con il mondo reale delle sue giornate, lottando con l’ambiente familiare e con la propria sensazione di inadeguatezza.
15-18 Marzo (Sala Specchi)
Un Capitano
Di Amr ABuorezk Regia Eleonora Gusmano
Con Ivano Russo
Nell’estate del 2006, durante i mondiali di calcio, Amr A., 21 anni, decide di tentare la traversata per mare dalla Libia all’Italia. Amr è un pescatore, conosce il mare fin da bambino. In Egitto guadagna poco e potrebbe solo pescare per tutta la vita, ma il suo spirito brillante e la sua voglia di scoprire il mondo lo spingono a cercare uno strappo nella rete della quotidianità. Il viaggio inizia e immediatamente Amr si rende conto che gli scafisti non sono adeguati a guidare la barca. Gli incidenti si sommano, la tensione cresce e il tempo è poco. Amr capisce che deve fare una scelta:l asciarsi andare come gli altri nelle mani di tre incapaci, o mettersi lui stesso alla guida della barca. Lui, che è sempre stato quello che gli ordini li prendeva. Lui, che è sempre stato secondo e mai capitano. Così respira, e sceglie di prendersi la responsabilità di 144 uomini, che da massa di sconosciuti diventano la sua ciurma.
15-18 Marzo (Sala Teatro)
Controtempo Theater
Quasar
Di Danilo Franti Regia Lilith Petillo
Con Danilo Franti
“Quasar” parla di tutti e di nessuno. E’ un viaggio attraverso mille luoghi racchiusi in un unico invisibile spazio. E’ corsa e immobilità, tempesta e cielo stellato. Tra le ferite, la rabbia e i pianti si ergeva un muro tra cervello e cuore, un muro invisibile ma molto solido, ci si abitua ad averlo e si continua a sopravvivere. Forse la vita, ogni tanto, ti da una possibilità, una sola, per guardarti dentro e vederti per come sei, e a quel punto? Che farai?
22-25 Marzo (Sala Teatro)
Produzione Teatro Studio Uno
Teresa Santa, Puttana, Sposa (Capitolo 4)
Il debutto di Teresa al Cabaret
Di Marco Bilanzone, regia Lorenzo Montanini,
con Flavia Germana De Lipsis , Alessandro Di Somma, Mattia Giordano, Jessica Granato, Federico Le Pera, Riccardo Marotta, Giuseppe Mortelliti, Eleonora Turco
5-15 Aprile (Site Specific)
Augenblick
Scritto e diretto da Riccardo Brunetti
Pierre Sogol è disperso da mesi. Ma Lisa continua a percepirne la presenza, a sentirne il respiro. Il prof. Peeters vuole sfruttare la situazione a suo vantaggio e Marie intuisce che prima di passare all’azione bisognerebbe aspettare. Julie si smarrisce nella grande casa cercando qualcosa in più sulla strada del passato, mentre il maggiordomo Jakob vorrebbe finalmente riuscire a perdersi nella sua libertà. Per René l’unica via è verso l’alto. Augenblick è un varco nel tempo. Un tempo passato, un tempo di guerra. Il tempo del desiderio, che torce la linearità degli eventi. Effetti e cause si specchiano e si riconoscono solo nel presente. Un tempo partecipato, perché chi saprà vivere l’istante incontrerà le nostre storie, siederà tra noi, calcherà i nostri passi, tentando l’ascesa al monte analogo, la scalata che conduce a noi stessi. Un’esperienza immersiva che oltrepassa i tradizionali confini del teatro.
19-22 Aprile (Sala Specchi)
Allenarsi a levarsi
Di e con Giuseppe Mortelliti
Quali sono le cose, le idee, le anime a cui siamo più legati?
La nostra storia parla di un allievo e di un Maestro. L’insoddisfazione porterà il Novizio a chiedere consiglio al proprio Mentore: come fare per raggiungere la leggerezza? Il Maestro suggerirà al giovane un percorso per abbandonare ogni fonte di sofferenza. Inizierà così un viaggio attraverso paesi diversi, e ad ogni tappa incontrerà altri Maestri che lo metteranno di fronte alle proprie paure, invitandolo a distaccarsi dai punti saldi della propria esistenza. Ad ogni tappa il protagonista abbandonerà qualcosa di vitale, attraverso un percorso per raggiungere una verità che possa essere slegata da affetti, passioni, doveri, fedi, esistenze, corpi. Cosa c’è oltre?
3-6 Maggio (Sala Teatro)
Produzione Matutra Teatro
200 Decibel
Dei bambini come tanti giocano a fare i soldati. D’improvviso qualcosa cambia: il gioco si fa vero, diventano veri soldati. Un grottesco presidente dichiara guerra al regime nemico. Iniziano così i bombardamenti. Si cambia registro. Cambiano per sempre le vite dei tre protagonisti. Il primo, un ragazzo di 15 anni, perde il suo migliore amico in seguito all’esplosione di una mina antiuomo. Il secondo, un padre di famiglia, perde sua figlia durante un bombardamento. La terza, una ragazza appassionata di fotografia, viene rinchiusa in una casa con altre donne e stuprata dai soldati nemici. Sono tre personaggi nati e vissuti in tempi e luoghi diversi che vediamo insieme, in questo non luogo, voci senza tempo di un’umanità che trova il modo di resistere, di combattere. Il ragazzo diventa un medico in un ospedale da campo; il padre diventa un clown in una città martoriata per far ridere i bambini; la ragazza diventa una fotoreporter per denunciare le atrocità della guerra. Le tre storie si fondono, entrano l’una nell’altra, fino ad arrivare al finale in cui i tre personaggi sembrano incontrarsi. E in effetti l’incontro c’è. È l’incontro del pensiero di tutte le persone che hanno, o hanno avuto , il coraggio di alzare la voce, di non scappare, di affrontare con la bellezza di piccoli gesti, gli orrori di ogni guerra.
10-13 Maggio (Site specific)
Produzione Teatro Studio Uno
Teresa Santa, Puttana, Sposa (Capitolo 5)
Di Marco Bilanzone, regia Lorenzo Montanini,
con Flavia Germana De Lipsis , Alessandro Di Somma, Mattia Giordano, Jessica Granato, Federico Le Pera, Riccardo Marotta, Giuseppe Mortelliti, Eleonora Turco
24-27 Maggio (Sala Teatro)
Amore di donna
Di Jessica Granato, regia Riccardo Marotta
Con Jessica Granato
Maria è una bimba senza sogni, nata a Milano il 29 agosto del 1935. È questo l’inizio di tutto, l’inizio di Maria e del suo amore di donna. Passa la guerra, e Maria non l’ha vissuta nella tragedia e nella sofferenza anzi, ma adesso è il momento di tornare a Milano e qui riprendere la vita di prima non è troppo facile. Si è fatta grande e ora non fa altro che aiutare la mamma in casa: Maria cuce e pulisce, esce di casa solo con la mamma per fare la spesa o con i fratelli più grandi. Le è proibito avere qualsiasi tipo di relazione con l’altro sesso. È chiusa in casa e come un uccello in gabbia canta, canta tutto il giorno. Fortunatamente ha un amico che le fa compagnia di nome Ciccio, è un cocorito giallo che l’aiuta a passare le giornate. Maria è bella, acqua e sapone, senza mai un filo di trucco. È timida e taciturna, senza pretese nei confronti della vita, in questo momento della sua vita fa quello che le viene detto di fare. Vive nel suo mondo incantato dove solo l’amore è protagonista, lo stesso amore che condannerà il suo dolore: Nunzio. L’unico uomo che lei abbia mai avuto senza sapere il perché. Maria partirà per un altro viaggio, l’ultimo della sua vita, quello per la Calabria, in cui è costretta a sposarsi e il suo sogno dell’amore corrisposto svanisce dopo poco tempo. Avrà cinque gravidanze senza sapere nemmeno come si fa, “Maria si sente vergine anche quando allatta”, e da qui in poi la sua vita si colora di una richiesta d’amore continua che da mamma e da nonna ha ricevuto ma di donna no.
31 Maggio-3 Giugno (Sala Teatro)
Icanisciolti
Bunker
Di Roberto Nugnes, regia Luca Pastore
Con Dimitri D’Urbano, Matteo Antonucci
Lo spettacolo racconta di due uomini, due “terroristi” degli anni di piombo in Italia negli anni ‘70, che per sfuggire alla polizia si rinchiudono in un minuscolo appartamento completamente isolato dal mondo proprio come un Bunker. Qui la storia vera dei due assume un contorno di mistero, una donna li rifornisce di viveri e beni di prima necessità, con cadenza sempre più rarefatta e il tempo prima scandito dai caffè diventa sempre più ciclico fino a una atmosfera onirico -folle quando le pulsioni di uno dei due esplodono in modo violento.
Un pensiero riguardo “STAGIONE 2017-18”